Il sesto continente by unknow

Il sesto continente by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
editore: Aboca
pubblicato: 2023-06-09T00:00:00+00:00


Migrazioni e trasporti biologici nell’Antropocene

“Dr. Livingstone I presume?” L’incontro tra il giornalista Henry Morton Stanley e il più famoso esploratore dell’epoca, David Livingstone, avvenne il 10 Novembre 1871 a Ujiji, sulle rive del lago Tanganyika. Livingstone non aveva dato notizie da quattro anni, mentre era in viaggio per scoprire le fonti del Nilo, e Stanley era stato mandato a ritrovarlo dal “New York Herald”. All’epoca, pochissimi esploratori si erano avventurati in quelle regioni, a parte Burton e Speke, nessun altro europeo era arrivato a Ujiji; pertanto, ancora adesso, si può ve dere il monumento che celebra l’incontro tra Livingstone e Stanley all’ombra di un mango, Mangifera indica, un albero di origine indiana, che è il risultato di un innesto dell’albero già presente nel 1871. Il trasporto di piante esotiche nelle parti più remote del continente africano risale dunque a ben prima dell’arrivo dei primi europei.

L’inizio delle domesticazioni e dei trasporti data all’incirca 30.000 anni fa e riguarda i primi cani domestici; gli altri animali devono aspettare millenni: capre e pecore saranno domesticate circa 10.000 anni fa, gli asini 7.000 anni fa. A quel punto, in Mesopotamia, si cominciava a coltivare grano e orzo, lenticchie e piselli, mentre un po’ più tardi in Asia e America si piantavano riso e patate. Il trasporto di piante e animali comincia quindi subito, e le testimonianze di queste migrazioni si riscontrano nei geni dei ceppi che si trovano oggi dappertutto sulla Terra.

Le migrazioni umane sono state studiate attraverso l’analisi dei caratteri morfologici, dell’evoluzione delle lingue e dei dialetti, e più recentemente con gli studi genetici. Per esempio, i lavori di Luigi Luca Cavalli Sforza sulla cultura e i gruppi sanguigni umani hanno aperto le porte a una nuova scienza di antropologia genetica. Il gruppo di Berkeley, con a capo il neozelandese Allan Wilson e la collaboratrice Rebecca Cahn, ha studiato le origini della specie umana scoprendo l’età dell’Eva mitocondriale (125.000 anni) e le rotte che presero i primi Homo sapiens “Out of Africa”. Queste migrazioni si sono poi associate al trasporto di piante e animali, e anche questi vengono studiati usando approcci genetici. Per esempio, l’immagine più comune di un’isola paradisiaca del Pacifico è quella di una spiaggia bianca con una riva coperta da palme di noce di cocco, dove si può riposare bere cocco e aspettare tranquillamente che una nave ci soccorra, se questo è il problema immediato. Tuttavia, pochissime isole hanno naturalmente noci di cocco; il più grande popolo navigatore, i polinesiani, viaggiavano sempre con una vera e propria dispensa: noci di cocco, polli, maiali, e ratti (quelli polinesiani, buonissimi da mangiare, non quelli terribili che danno la peste), e così le isole da loro visitate divennero quello che oggi consideriamo come il simbolo per eccellenza del Pacifico incontaminato.

Le motivazioni per il trasporto di animali e piante sono varie. Nel caso di cani, gatti e piante commestibili, le ragioni sono semplicemente le necessità umane di poter sopravvivere in un nuovo ambiente. Anche se oggi i gatti non sono essenziali per il controllo



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